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lunedì 23 marzo 2009

2001 A SPACE ODYSSEY


lo so che ho già scritto di questo film.Ma in questo caso, vale per me la famosa battuta di "Riusciranno i nostri eroi" quando Sordi e Brier picchiano il portoghese razzista che reagisce ridendo: "siete bravi due contro uno". E Sordi risponde : " e se eravamo in tre ti menavamo in tre"
Se il film andra in onda dieci volte, lo recensirò dieci volte perché è uno dei dieci capolavori della cinematografia mondiale.Perché è un film colto e spettacolare, perché è insieme, un saggio di filosofia, un pamphlet sulla scienza, uno sguardo coraggioso e preoccupato sul futuro.
Chiudo gli occhi e mi ricordo le sequenze: l'inizio con il confiltto tra le trbù di scimmie, quell'osso che vola e si trasforma in oggetto spaziale, i colori e la dimensione della stazione orbitante, l'addetta che entra in una stanza camminando a testa in giù, l'astronauta che fa allenamento correndo dentro un ambiente curvo, il computer HAL che legge sullle labbra degli astronauti le loro parole, il viaggio verso l'infinito, la stanza dove David Bowman (Keir Dullea) si vede morire. La sequenza dei "colori " è ancora oggi un prodigio tecnologico irripetuto. Per quanti film si possano fare e diavolerie tecnologiche inventare, nessuno potrà mai eguagliare la genialità inarrivabile del maestro del cinema contemporaneo: Stanley Kubrick.

di Walter Veltroni, tratto da "Il Venerdi di Repubblica" del 24 Novembre 1995.

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